Bertold Brecht “Vita di Galileo”

Bertold  Brecht
a) Biografia
b) Esordio
c) Teatro epico
d) “VITA  DI  GALILEO”

Nota dell’autore

 
Bertold  Brecht nasce  nel 1859 a  Baviera. Dal  1917 al 1819 frequenta a Monaco la facoltà di medicina.
Nel 1819 collabora  come critico drammatico all’organo del partito socialdemocratico.
Il suo primo dramma s’intitola “Baal”, cui segue la commedia “Tamburi nella notte”.
Il successo gli arride con “L’opera di tre soldi”, composta nel 1928. Comincia la sua opera teatrale a scopo didattico. Venuto in sospetto ai nazisti deve recarsi in  esilio.
Nel 1934 scrive il suo ultimo dramma didattico : “Gli Orazi e i Curiazi” e pubblica una raccolta di versi.
 Nel 1939 scrive “Madre Coraggio”, che segue la prima stesura di “Vita di Galileo”, scritta l’anno precedente.
 Nel 1941 si rifugia in America, poi in Svizzera; nell’ottobre del 1848 si trasferisce nel settore orientale di Berlino.
Nel 1950 viene nominato membro dell’Accademia delle Arti.
  Il successo va adesso sempre più ingigantendosi fin quando la sua vita non viene stroncata da un infarto il 14 agosto del 1956.
Gli anni dell’adolescenza di B.Brecht coincidono con lo scoppio della prima guerra mondiale.
Per la Germania si apriva uno dei periodi più tumultuosi  e cruenti della storia.
Agli albori del 1818 ci fu un divampare di scioperi generali, in agosto iniziò la disfatta del terzo Reich.
 Nel novembre di quello stesso anno i consigli degli operai e dei soldati, riuniti in assemblea, elessero un governo repubblicano, formato in maggior parte da socialisti.
 Sembrava realizzarsi il sogno di un’intera generazione: il potere nelle mani del popolo.
 Ma il movimento socialista non fu in grado di affrontare la grave crisi. Numerosi furono gli assassini politici e la confusione, che si agitò, aiutò la destra a sopprimere la repubblica di Weimer.
 In tale circostanza un ruolo di prima importanza avrà Hitler, che Brecht chiamava “l’imbianchino”.
 Come ha scritto Fritz Martini: “finiva un grande ciclo storico, iniziatosi col rinascimento nei movimenti politico-sociali, religiosi e filosofici, nei nuovi impulsi della civiltà tecnico-scientifica.”
 Tutte queste tensioni, congiunte alla crisi e al contempo alla scoperta di nuovi valori sia nel campo spirituale che in quello artistico, avevano ingenerato, secondo lo studioso, una nuova umanità che tenta di esprimere se stessa nella totalità dell’universo e la cui lezione è presente nell’età contemporanea.
Emblema di questa condizione può essere considerata la tematica esposta nella “Vita di Galileo”, che  esprime la volontà di ricostruire il mondo su basi razionali.
 ESORDIO
 L’esordio di Brecht tanto nella poesia quanto nel teatro avviene nell’ambito della corrente dell’espressionismo. Tipizzante di questo periodo è la figura di Baal.
 Baal è un cantante di cabaret, che senza alcuna regola morale  erra  da un punto all’altro e da una persona all’altra.
 Una ragazza, da lui sedotta, si ucciderà disperata. Inoltre tradisce il suo migliore amico, che uccide, dopo avergli sottratto la fidanzata. Alla fine andrà a morire in un bosco lontano da tutti.
In Baal si configura il dramma dell’esistente nell’ultimo drammatico tentativo di conciliarsi con la natura.
Baal è l’eroe non tanto dell’adeguamento alla società per sopravvivere, quanto dell’adeguamento della natura nella sua forma eternamente presente ed immutabile.
 Dal tono anarchico e ribelle di Baal si passa alla parabola didattica, che indulge ad un orizzonte di attesa tra un mondo innocente ed un ironico gusto del paradosso. Questi termini ci riconducono alla poetica pirandelliana presente in un’ altra opera brechtiana:“Un uomo è un uomo”.
In quest’opera l’autore coglie il rapporto uomo-natura-essere-individuo.
Brecht iniziava a concepire la forma del teatro epico ed il principio dello straniamento.
 Rilevante per la sua vita di uomo e di artista fu l’incontro con Piscator, regista e pensatore, che lo indurrà ad applicare le teorie marxiste ai drammi.
 L’autore concreta la sua istanza sociologica nella produzione artistica.
 Ne “L’opera di tre soldi” rappresenta una società, in cui si aggirano malviventi, prostitute.Mackie viene imprigionato nel giorno delle sue nozze perché accusato di delazione di una prostituta. Evade, ma riesce ad essere salvato da un messaggero della regina.
 Significative  le parole finali dell’opera “Restate tutti dove siete a cantare la corale  dei miseri tra i miseri, la cui dura esistenza oggi fu rappresentata. La realtà, purtroppo , è assai diversa, si sa. I messi a cavallo giungono assai di rado, se i calpestati osano recalcitrare. E però non vi accanite troppo sul peccato.”
Assume una pregnante valenza la lezione marxista congiunta al preciso intento dell’autore di condannare la classe borghese.
Brecht, inoltre, intendeva abbattere i canoni estetici, legate alle teorie aristoteliche, fondate sul principio della catarsi ed ormai ritenute inutili ad innovare la coscienza morale e civile del popolo, e proponeva un nuovo modello di teatro epico, le cui sequenze dovevano essere proprio quelle del teatro popolare, ispirato al vissuto e al quotidiano, con scene staccate l’una dall’altra e con la fusione di nuovi registri fomale-espressivi, cui si attribuisce peculiare importanza (parola, musica, gesto ).
 Infatti, mentre prima si  tendeva all’empatia (commozione del pubblico ), ora invece l’autore si distanzia dallo spettatore (straniamento).
Il pubblico viene messo in grado non solo di partecipare, ma anche di giudicare.
 Il teatro di Brecht  non mira alla commozione, ma a sviluppare il senso critico.
Questo era il fine didattico del teatro sociologico. La teoria dello straniamento è già presente in “Santa Giovanna dei macelli”.
 Il lavoro intende essere un rifacimento della storia di Giovanna d’Arco. Johanna Dark,giovane rappresentante dell’esercito di salvezza, si illude di poter alleviare le umiliazioni e le sofferenze patite dagli operai del mattatoio; viene raggirata dalle promesse, che si rivelano false di Pierpoint.
 Si agita uno sciopero nel quale vengono coinvolti molti operai ed arrestati..Delusa tra il trambusto della rivolta muore Johanna.
 Ma nel momento della morte, con un espediente degno proprio del tono beffardo contornato dall’assurdo pirandelliano, si celebra la canonizzazione della ragazza da parte degli speculatori,  che hanno fatto uso dell’ “humanitas” e della “pietas” della ragazza per raggirare il proletariato.
Attraverso questa dura realtà l’autore definisce il rapporto esistente al suo tempo tra religione e capitale.
 
TEATRO EPICO
Lo scopo di  Brecht, come si può desumere da quanto innanzi enunciato, era quello di produrre al contempo un teatro epico e politico.
 Come Piscator Brecht aspirava ad un dramma scientifico e marxista, che comprendesse le profonde ragioni sociali e storiche del popolo.
Il teatro, in tal modo, diventava protesta antiborghese.
 Ricordiamo che nell’opera “Ascesa e caduta della città di Mahagonny”, nel momento culminante, quando il protagonista è condannato a morte per non aver pagato i debiti, il pubblico borghese fu chiamato in causa con un’iscrizione sullo schermo: “Molti fra voi guarderete con disprezzo l’esecuzione di Paul Ackerman, ma anche voi non avete  in fondo al cuore alcuna voglia di pagare per lui. Così alto è ai nostri giorni il valore del denaro.”
Alla novità dell’argomentare si unisce un linguaggio nuovo, che protesta contro l’aborrita borghesia.
 Il linguaggio diventa funzionale al suo discorso, ai fatti realisticamente espressi. Al linguaggio si unisce l’incisività del gesto.
Intanto si va delineando sempre più la distinzione tra genere epico e teatro aristotelico.
 Il pubblico non doveva essere costretto ad avere emozioni, ma doveva essere indotto a pensare.
Mentre  il teatro dell’illusione cerca di ricreare un presente spurio, il teatro epico è strettamente storico.
Bisogna trasformare, dice Brecht, il vecchio teatro dell’illusione, che definisce “un traffico di droga” in un “sussidio didattico”.
L’effetto totale del dramma si ottiene  con la giustapposizione ed il montaggio di episodi   contrastanti, mentre il dramma aristotelico può essere concepito nella sua unità formale.
 Musica e gestualità saranno interfunzionali alla scena e daranno  al pubblico la possibilità di riflettere.
 Brecht, inoltre, era convinto che il teatro epico e non quello aristotelico fosse destinato a diventare il teatro dell’era scientifica. “In un’età, così scriveva, “in cui la scienza veniva a trasformare la  natura fino al punto da far sembrare l’uomo come vittima, come oggetto, lo stesso mondo dell’umanità si può descrivere come un oggetto che può essere trasformato.”
 Questo interesse allo scientificismo stigmatizza la lezione galileiana insita nella sua opera.
 Inoltre il teatro epico si presentava come il teatro marxista per eccellenza e come teatro dialettico.
 Seguendo la lezione marxista, inoltre, Brecht pensava che la letteratura è parte della storia e che la storia non deve essere falsificata.
 La grandezza della concezione storica del marxismo lo colpì talmente che cercò di mettere in esametri il manifesto comunista ispirandosi al “De rerum natura” di Lucrezio : “Leggendo la storia, leggi degli atti e dei grandi individui / che si elevarono e caddero come stelle e la marcia possente delle loro armate / fece la gloria e la rovina degli imperi.”
 Ma per i classici la storia è soprattutto la storia della lotta di classe, mentre il teatro epico, pur attingendo alla storia dei classici, è imbevuto dell’ ideologia marxista ed ha per il drammaturgo una natura prevalentemente scientifica.
 La ricerca scientifica indulgeva,altresì, al dubbio, allo spirito critico. Uno dei discepoli diBrecht racconta, che durante le prove della rappresentazione della “Vita di Galileo”, il drammaturgo sottolineava sempre questa frase : “Il mio compito non è di dimostrare che ho avuto ragione sin ora, ma capire se ho avuto ragione”, definendola la più importante di tutto il dramma per un marxista.
 Alla ricerca della verità si aggiungeva una fiducia nel cammino, che l’autore giudica “non pazzia, ma fine della pazzia, non caos, ma ordine, quella semplice cosa così difficile da realizzare”.
In “Paura e miseria del terzo Reich” muove un’accusa precisa al nazismo: quella di affamare i lavoratori e di abbandonarli nelle mani dei capitalisti.
In realtà tutto il potere del nazismo si fondava sul fatto che il popolo si illudeva che gli venisse attribuito un benessere materiale notevole, mentre, in verità lo si alienava di ogni forma  di libertà.
Il teatro di Brecht evoca in senso storico il dramma di un popolo e la trasposizione del reale nella rappresentazione teatrale si tramuta in vera opera di poesia.
. Nel rispetto dei canoni estetici, ispirati al realismo di stampo socialista, la verità e l’esattezza storica dell’immagine artistica devono essere connesse al compito di trasformare ideologicamente la società e di educare i lavoratori allo spirito del socialismo.
GLI  ITINERARI  IDEOLOGICO- ARTISTICI DI BRECHT PRODROMICI ALLA COMPOSIZIONE DELLA “VITA  DI GALILEO”
Brecht, nell’approcciarsi al pensiero di Galileo, analizza il processo dialettico di Ragionecontro Istinto.
L’istinto può essere rappresentato da  Baal,che l’autore scrive a soli 19 anni, mentre la ragione è impersonata da Galileo.
Secondo Eslin, però, in Galileo persiste  l’alternarsi tra istinto e ragione.
Anche Galileo è un genio ed è al contempo un uomo lascivo e goloso, ma il suo istinto più forte è la curiosità ed il suo più grande piacere è il piacere della curiosità.
Qui  Brecht tocca il nocciolo della questione: il desiderio della conoscenza, il lato più razionale degli sforzi umani è rappresentato come un altro degli impulsi fondamentali ed istintivi dell’uomo.
Per poter soddisfare questo istinto Galileo è pronto a commettere le azioni più vili, imbroglia iVeneziani vendendo il telescopio, che non ha inventato, scrive lettere servili ai Medici ed infine abiura.
 Sembra che, prima di morire, Brecht volesse accusare pesantemente Galileo dell’abiura, in quanto vedeva nello scienziato non colui che aveva abiurato per salvare la scienza, ma colui che con la sua codardia aveva instaurato la sottomissione dello scienziato allo stato, una tradizione, secondo Brecht, culminata nella bomba atomica, che la scienza ha messo a disposizione di uomini comuni perché la usino per la loro politica di potenza.
Galileo, l’eroe della scienza, avrebbe potuto essere l’incarnazione della ragione in tutta la sua grandezza, ma ancora una volta annientata nella sua incapacità a superare il lato più basso, istintivo, informe della natura umana.
Questa sarebbe stata, secondo alcuni critici, l’ultima interpretazione, che Brecht avrebbe fatto del suo  Galileo, mentre l’opera ci sembra che ci dia un messaggio diverso.
INTERTESTUALITA’ TRA MADRE COURAGE E VITA DI GALILEO
Un elemento accomuna la “Vita di Galileo” con “Madre Courage”. La vivandiera cantava la canzone “Capitolazione” ed esprimeva la quintessenza dei personaggi presenti nella scena di “  Terrore e miseria del terzo Reich”.
Anche Galileo con la sua abiura sembra capitolare. Ma mentre Madame Courage, che ha perduto i suoi tre figli nella guerra, continua la sua opera senza rendersene conto, Galileo abiura per continuare a lavorare senza essere molestato dai persecutori.
Il dramma, iniziato nel 1938, fu compiuto a Zurigo nel 1943 nella redazione originale.
Poi Brecht visse il periodo della preparazione della bomba atomica e del suo lancio.
L’aspetto nodale del dramma è quello dell’abiura: deve essere intesa come un’abile, astuta capitolazione al servizio della verità?
Se questa era l’impostazione originaria dell’autore, dopo il lancio della bomba atomica, il suo giudizio è modificato.
Nella scena XIV Galileo afferma “Non credo che la scienza possa porsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana, se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei poteri egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere; la scienza può rimanere fiaccata  per sempre ed ogni nuova macchina non sarà che fonte di nuove tribolazioni per l’uomo. Un uomo che contravviene a questi principi, che rifiuta la responsabilità delle ricerche o addirittura le ritratta abiurando, non può essere tollerato nei ranghi della scienza”.
 Questa autocritica, secondo la teoria dello straniamento, doveva indurre il pubblico a riflettere.
Nella XIII scena che sembra esprimere anche l’opinione dello scrittore di teatro il discepolo Andrea dice: “Ma oggi tutto è cambiato. L’umanità umiliata solleva la testa e dice finalmente, posso vivere, questo è quello che si ottiene quando qualcuno dice di no.”
L’attesa di Andrea, però, sarà delusa dalla dichiarazione di abiura del maestro e Galileo si presentava come un eroe negativo.
 La sua azione negativa deve rendere, però, evidente la possibilità di un’azione positiva.
Nelle note postume al dramma l’autore fa riferimento alla situazione di taluni fisici americani e soprattutto di Robert Oppeneheur, scienziati che si affrettarono ad abbandonare il servizio alle dipendenze del loro bellicoso governo, accettando una cattedra, dover erano costretti a sciupare il loro tempo e a rinnegare i loro principi più elementari.
Scoprire qualcosa era diventata un’ignominia.
 Si rinvengono i germi di un’argomentazione che doveva essere ulteriormente sviluppata da Duremmont nella sua commedia :“I fisici contro Brecht stesso”.
 In quest’opera si evidenzia  l’esigenza, posta dal personaggio di Galileo, di porre la scienza al servizio dell’umanità.
Invero l’opera di Brecht, seguendo la linea del personaggio negativo di Madame Courage, sembra ammonirci che i fisici nel mondo e nella società del tempo non possono essere eroi di nessun fatta, né eroi negativi, né eroi positivi.
Ricordiamo la frase “Sventurata la terra che non ha eroi, dice Andrea, mentre Galileo risponde “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”.
La frase risale alla prima composizione del dramma allorquando l’autore considerava l’abiura un compromesso da approvare per continuare a lavorare. 
 

Nota dell’autore

La presente argomentazione ritengo possa avere una valenza didattica..
Il messaggio di Brecht, in effetti, è plurivoco ed abbraccia nuclei fondanti del pensiero umanistico anche nella sfera didattica.
Può, in effetti, fornire una lettura specifica dei tragici eventi bellici e al contempo aiutare a comprendere  la condizione esistenziale dell’uomo nella storia del suo tempo.
E’ inoltre opportuno cogliere  la lezione di “teatro didattico” tramandataci dall’autore e il cui messaggio è presente ai nostri giorni.
La rivisitazione, in particolare, del personaggio di Galileo da parte di Brecht assume un significato di primaria importanza  per comprendere pienamente l’aspetto categoriale della “rivoluzione copernicana” in tutte le sue componenti, ivi inclusa quella didattica.
Invero Andrea della “Vita di Galileo”, è da raffigurare come emblema del giovane studente di oggi, che reputa, e a ragione, di essere deluso nelle sue attese.
Il rapporto, inoltre, tra scienza e potere, stigmatizzato dall’autore può indurre il docente a sviluppare in senso diacronico percorsi scolastici trasversali inglobanti conoscenze storiche, filosofiche e letterarie