Lo studio di Dante negli Istituti di istruzione secondaria

RELAZIONE PRESENTATA AL MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE (anno sc. 1990/91)
a)  Utilità dello studio di Dante negli Istituti secondari di Istruzione secondaria.
b)   Proposte didattiche.
Riguardo al primo interrogativo del questionario e concernente l’utilità dello studio dell’opera dantesca non vi è alcun dubbio che è senz’altro utile, anzi necessario lo studio della “Commedia” per le implicanze di carattere filosofico, letterario che la “summa” delle tematiche dantesche comprende. Considerando di poi che non può sussistere un’utilità unidimensionale fruibile soltanto dal docente; il che snaturerebbe il significato dell’azione educante, lo studio dantesco dovrà connotarsi come momento auxiologico degli itinerari curriculari relazionabile all’universo mentale e morale dei

Per quanto riguarda il “modo” di diffondere il verbo dantesco nelle forme
propedeutiche, sarebbe ascientifico in questa sede dare una risposta in termini definiti.
Invero si rinviene sempre la necessità di un discorso introduttivo per far comprendere agli alunni il momento ideativo della struttura artistico-lirico-compositiva del canto, che il docente si accinge a leggere. Il discorso introduttivo non deve essere, però, dicotomico alla testualità del canto, alla sua decodificazione e al polisenso che la parola dantesca esprime.
L’esposizione introduttiva ad ogni cantica od ad un singolo canto può essere articolata in vari modi per comprendere di volta in volta tematiche di ampio respiro ideologico – contestuali, intertestuali e metatestuali: TEMPO/ETERNITA’-FISICA/METAFISICA-FIGURA–(“dalla“res all’inventio poetica”.) 
Tali direttrici propedeutico-critiche sono comprese nell’organigramma didattico “ab initio” dell’anno scolastico, tenuti presenti i prerequisiti e i ritmi apprenditivi degli alunni, nonché la loro curiositas psicointellettiva, al fine di rendere Dante, come ammoninisce il Bosco, “vicino”. 
La struttura tematica dell’introduzione deve essere isocronica alla lettura del testo e a questo riferibile con puntualità filologica e con ampia connotazione ideologico-culturale. 
In tal senso la lettura della Commedia può interessare gli alunni nel momento in cui questi sono impegnati a comprendere il continuum dei valori del verbo dantesco in senso sincronico e diacronico. 
La lettura di Dante non può e non deve essere una lettura facile, ma non per questo è da ritenere difficile od impossibile. 
Occorre motivare gli alunni ad accostarsi a Dante con la polisemia ideologico-culturale che lo studio dell’autore comporta. 
Dopo l’introduzione e la lettura del testo necessita altresì impegnare gli alunni in un dibattito, da cui si origini attraverso il dictamen dantesco la significazione del suo messaggio in senso storico e metastorico. 
La lettura di un canto della Commedia, inoltre, non può mai considerarsi fine a se stessa, ma deve inglobare la polivalenza e al contempo l’unitarietà dei motivi ideologici ed artistici che materiano l’opera. 
Se si considera, in effetti, che fondamento della Commedia è la “reductio ad unum” di stampo tomistico-aristotelico e che tale reductio nell’autore non comporta soltanto una coscientizzazione filosofico-teologica, ma lievita altresì itinerari psicologici ed esistenziali dell’uomo Dante, personaggio della “Commedia”, è assolutamente necessario far comprendere agli alunni che struttura e poesia,storia e presupposti filosofici e teologali si integrano e si potenziano nella semantica figurale-espressiva della poetica dantesca. Avvalendosi dei recenti contributi della critica dantesca (da Sapegno, a Petrocchi, Getto, Pagliaro sino agli studi di impostazione semiologia e/o figurale di Spitzer, Eliot, Singleton, Auebarch, è possibile al docente avviare una metodologia propedeutico-critica, volta a cogliere l’intrinsecità dei nessi logico-inventivo-artistico-lirici che interrelano tutta quanta l’opera dantesca. In effetti i recenti contributi della critica dantesca ci hanno indicato metodologie ermeneutiche connotative in forme omnicomprensive del “genus” e della “species” della Commedia nella sua sincrasi poetica. 
Da quanto detto si evince chiaramente che risulta inefficace lo studio di Dante con cadenza di un’ora per settimana e con specifico riferimento ad una cantica per ogni anno scolastico del triennio della scuola secondaria superiore. 
Tali strategie didattiche, come pure la suddivisione dello studio delle cantiche per ogni singolo anno, sia essa proposta dalle indicazioni ministeriali, spesso hanno dato allo studio dantesco un’impronta meramente contenutistica e non hanno consentito di intelligere in modo problematico il messaggio dantesco e soprattutto la peculiarità della Commedia, che, come innanzi ho detto, si connota come “reductio ad unum”. 
Non bisogna, pertanto, considerare lo studio della Commedia come un momento a sé stante dell’educazione letteraria, ma deve tendere ad armonizzarsi nella dinamica curriculare con i percorsi letterari, spesso ricorrenti alla lezione del grande fiorentino. 
E’ opportuno, pertanto, impostare un discorso didattico per itinerari da percorrere in tutta quanta l’opera e che, secondo una scelta oculata dell’insegnante, vagliati i prerequisiti, le competenze e le attitudini psicointellettive degli alunni, appaiono più congruenti alla formazione integrale del discente e sincronici all’ottica didattico-docimologica programmata nell’ambito dell’informazione/formazione umanistica. 
Sarà possibile, allora, oltre che cogliere l’intertestualità dell’opera dantesca, un’altra categoria di carattere metatestuale che ci riconduce all’età moderna e contemporanea. Si potranno cogliere anologie e/o differenze tra il “veltro” dantesco e il “principe” machiavelliano, tra il “ghibellin fuggiasco” e il ri-uso del mito di Ulisse nel Foscolo. 
E per venire ai nostri giorni significativa valenza potrebbe assume in una moderna concezione dello studio letterario la problematizzazione in senso diacronico della presenza di Dante in Montale, il configurarsi della figura di Clizia ed il suo rapportarsi con l’archetipo della Beatrice dantesca. 
Volendo adesso accennare allo specifico delle strategie didattiche appare evidente che non sono da percorrere i metodi adsueti ed adesso obsoleti della mera retroversione in prosa dei versi, se non come momento prodromico ad un’immediata comprensione del linguaggio e/o del contenuto, da elaborare, però, in un sintagma logico-critico, che tenda a proporre il “documentum” linguistico-artistico nella più alta sfera del “monumentum” con l’ampia accezione semantica che il termine racchiude. 
E se l’opera di Dante viene considerata come “monumentum” continuerà non solo ad ammonirci, ma diventerà paradigma per leggere il presente e la sua stessa varia, articolata e complessa problematica potrà rapprocciarsi alla sensibilità dei nostri discenti. Il “Dante vicino”, allora non sarà soltanto una brillante proposizione critica del Bosco, ma diventerà realtà operante, che motiva il processo formativo integrale dei nostri discenti. 
A tal fine, negli ultimi anni di insegnamento, ho svolto lo studio dell’opera dantesca seguendo itinerari tematici, che appresso si indicano:
·  Dante personaggio della Commedia

Inferno canto I
Purgatorio canto I
Paradiso canto I
 
·  La figura di Beatrice

Inferno canto II
Purgatorio canto XX
Paradiso canto I
 
·          · Dante e la Sicilia
In
Inferno canto XIII
Purgatorio canto III
Paradiso canto VIII
 
·    La concezione politica di Dante

Inferno canto VI
Purgatorio canto VI
Paradiso canto VI
 
· Libero arbitrio e Fortuna nelle vicende umane

Inferno canto XIV
Purgatorio canto XVI
 

·  Dante e lo stilnovo

Purgatorio canto XXIV
Purgatorio canto XXVI
 
·          · La presenza della donna nella  
             “Commedia”

Purgatorio canto V
Purgatorio canto XXVIII
Paradiso canto III
 
 ·Da “sapientia mundi” a “sapientia Dei”: Ulisse    ed Adamo

Inferno canto XXVI
Paradiso canto XXVI
 
· Il motivo della preghiera

Purgatorio canto XI
Paradiso canto XXXIII
 
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    · Percorso intertestuale e metatestuale
·        L’amore dall’umano al divino
·        Apparizione di Beatrice
·        Epifania di Clizia
Articolazione della tematica
  A) Apparizione di Beatrice
·        DANTE
Dalla “Vita nova” “Donne che avete intelletto de’amore”
                                                    “Tanto gentile e tanto onesta pare”

Dalla “Commedia” Inferno canto II
Purgatorio canto XXVIII

B) Intertestualità con Montale
 
·        Lepifania di Clizia
          E. Montale

Da “Le Occasioni” “Nuove stanze”
Da “La bufera ed altro” “ La primavera hitleriana”
Le summenzionate tracce rappresentano soltanto alcuni aspetti nodali,attraverso cui in questi ultimi anni ho incentrato le argomentazioni dantesche per rendere il discorso didattico più rispondente non solo alle esigenze degli alunni,ma anche più isocronico alle recenti proposizioni critiche,che puntano sulla “problematizzazione” della “summa” dell’opera di Dante e sull’ “attualizzazione” del suo messaggio.
Invero, allorché si adisce ad una “problematizzazione”ed ad un’attualizzazione”, pur nella scientificità dei temi culturali “id temporis”, è possibile cogliere l’ “hic et nunc” dell’opera dantesca, che ancora oggi può porsi in forma dialetticamente costruttiva.
Favorendo l’intelligibilità del testo in senso polisemico , l’atteggiamento nei confronti dello studio dantesco da parte degli alunni muta sensibilmente e si congiunge a fattività di interesse ed impegno.
L’opera di Dante, inoltre, deve essere presentata dal docente come momento epidittico-documentale della storia medievale nel momento stesso in cui comprendendola nella sua totalità, l’autore la trascende.
Il che supporta la tesi, che ho cercato di accennare nel mio discorso e che sottolinea il fatto che lo studio della “Commedia” non può e non deve intendersi come una sovrastruttura allo studio della storia letteraria in generale, ma ne costituisce parte integrante, che tende a realizzare, in sintonia con tutti i processi cognitivi e metacognitivi, congeniali alla formazione umanistica, un’educazione, che da ricorrente si connota come permanente.
 
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NOTA BIBLIOGRAFICA
Il testo edito dalla Casa Editrice Palumbo -MINEO-CUCCIA-MELLUSO –LA DIVINA COMMEDIA- TESTI-STRUMENTI-PERCORSI (1996)- è da ritenere una risposta esaustiva ed altamente qualificata alle argomentazioni”infra” accennate nella relazione.
Il testo, infatti, presenta in volume unico per la prima volta l’opera dantesca per percorsi con puntuale correttezza filologica in una aggiornata ottica critica, del tutto fruibile sul piano didattico.
Per queste ragioni il testo si presenta quale strumento necessario tanto utile quanto efficace per la problematizzazione e l’attualizzazione dello studio dantesco nelle scuole.
Susseguente è il testo “Antologia della Divina Commedia-analisi del testo-esercizi- Paravia (1998) a cura di A. Marchi – che propone congiuntamente ad una curata analisi del testo dantesco alcuni esercizi suddivisi per obiettivi didattici.ELAZIONE PRESENTATA AL mSTRUZIONE 8